“Ciò che porta tanta distruzione ma anche tanta rinascita.”

Il progetto Eden il pianeta che germoglia è frutto delle qualità artistiche ed espressive dell’artista Alessandra Rigolin, che con il suo evento svolto durante la prima giornata del Festival, ha rivelato la parte più fragile e intima delle artiste di ROREgeneration ritratte nelle foto. Le sue fotografie non sono destinate ad essere appese ad un muro, ma sono realizzate con una carta piantabile che contiene al suo interno semi di fiori di campo, pronti per essere piantati. La sua opera è divisibile in diversi atti qui sotto riportati.

Incanalare: le foto non rappresentano solo un momento statico nel tempo, ma anche ciò che le artiste provavano quando le foto sono state scattate. Le emozioni, i pensieri e i loro dolori sono rimasti impressi nella fragilità della carta.
Strappare: è un atto liberatorio che porta tanta distruzione ma soprattutto tanta rinascita, poiché permette alle emozioni di poter essere trasformate in qualcosa di nuovo. La difficoltà del compiere questo gesto risiede nel mostrarsi agli altri in un momento personale. È così che, con l’aiuto dei ragazzi presenti al Festival, l’artista ha strappato le foto di carta piantabile, regalando al pubblico un momento carico di silenzio e di rispetto.
Prendersi cura: anche se sembra semplice, prendersi cura di una pianta che cresce, non lo è affatto. Ha bisogno di attenzioni e di essere accompagnata nella sua crescita. Vale lo stesso per i sentimenti che devono essere amati e accettati per poter fiorire in qualcosa di migliore.
Rinascere: della carta delle foto non è rimasto più niente, tranne i semi che sono germogliati per dare vita a nuove piante e speranze, per creare un mondo ricco di fiori, segno di gioia dopo il dolore.

Coinvolgere i ragazzi del Liceo Classico Celio-Roccati è stato un modo per mostrare al pubblico l’importanza di creare una rete e una connessione anche con le generazioni più giovani, ed incentivarle a far fiorire i loro talenti. Vederli sporcarsi le mani a contatto con il terreno ha permesso all’artista di ricordare a tutti l’importanza di essere, perché: “ non possiamo non rispettare ciò che noi siamo”.

Cecilia Bertazzo e Matilde Rigolin