“Ascolta, per favore. Sei come me, un homo sapiens, un essere intelligente. La vita, un miracolo nell’universo, è apparsa circa 4 miliardi di anni fa. E noi uomini soltanto 200.000 anni fa. Eppure, siamo riusciti a distruggere un equilibrio essenziale alla vita”.

Il docufilm “Home”, di Yann Arthus-Bertrand, uscito nel 2009 e prodotto da Elzevir Films-EuropaCorp, si apre così, con una frase che subito inquadra il fine della produzione.     

Fotografo, giornalista ed ecologista-ambientale, Arthus-Bertrand nasce nel 1946 a Parigi. In seguito al riconoscimento dello spessore delle sue opere, nel 2006 viene insignito della Lègion d’honneur e diviene membro della Académie des Beaux-Arts francese.

L’opera cinematografica, realizzata con le meravigliose foto e riprese aeree dell’artista, ha lo scopo di far scoprire in quale eccezionale luogo viviamo e far aprire gli occhi sullo sfruttamento eccessivo a cui ogni giorno il mondo è sottoposto.    

Stimola in tutti la consapevolezza riguardo la vastissima varietà di ambienti del pianeta Terra e la necessità di salvare l’unico bene che appartiene a tutti: la vita. La comparsa di quest’ultima, difatti, fu il risultato di un equilibrio tra fattori che richiese miliardi di anni per stabilizzarsi. Come è stato, allora, possibile per l’uomo distruggere un sistema così perfetto e indispensabile per la sua stessa sopravvivenza?

Con questo film, il regista vuole suscitare numerosi interrogativi: cosa sappiamo della vita sulla Terra? Quante specie conosciamo? Un decimo? Un centesimo, forse?      

Nonostante la volontà di denunciare i problemi a cui l’umanità deve far fronte, il lungometraggio si presenta come un piacevole viaggio tra i paesaggi più ignoti e peculiari della vera e propria casa comune.

Vale davvero la pena assistere a questo spettacolo cinematografico, pertanto, nel caso in cui foste interessati o ve lo foste persi, il festival Tensioni ripropone una seconda proiezione domenica alle 19 e trenta.

Virginia Martinello, Emma Schillaci

Foto di Virginia Martinello