Incontro con il professore Davide Sisto sull’IA e la sua relazione con la morte.
“L’IA ( Intelligenza Artificiale) sta modificando il tema della morte?” 

Giorgio Salin e Marco Puxeddu. Foto di: Marco Puxeddu.

E’ un interrogativo  posto dal tanatologo Davide Sisto che è intervenuto sul complesso tema che è la tanatologia, ossia lo studio del fenomeno della morte in relazione alla medicina legale.  Al giorno d’oggi grazie agli innumerevoli passi avanti fatti dalla tecnologia è possibile “sconfiggere” la morte, infatti tramite applicazioni si possono avere conversazioni con i cari defunti. Questo è possibile grazie soprattutto ai social network che dalla comunità scientifica vengono considerati degli archivi di informazioni della propria vita che rimarranno anche dopo la propria morte. Infatti su Facebook, social network creato nel 2004, ci sono più di 50 milioni di utenti deceduti, e si è scoperto che a molte persone di età media o inferiore a cui è deceduto un proprio caro piace dialogare con i loro profili social, pur non ricevendo alcuna risposta. A differenza di molte persone anziane che “comunicano” con i morti attraverso le tombe.

Se c’è questo bisogno di parlare con i morti, perché non far si che i morti possano rispondere?

Questa è la domanda che si sono posti molti scienziati come Eugenia Kuyda, scienziata russa che nel 2015 ha creato un chatbot, Luca.IA,  per parlare con il suo amico morto in un incidente auto. Oltre alla comunità scientifica anche ad altre persone è venuta la stessa idea, un esempio è l’avvocato James Blows che ha cominciato a registrare la vita di suo padre malato terminale per creare un Dadbot (un avatar di suo padre) sul suo telefono e in seguito condividerlo con altre persone che hanno avuto la sua esperienza.

Questo singolare incontro con Davide Sisto ha messo in rilievo il collegamento non immediato fra intelligenza artificiale e il tema della morte.