CORTOMETRAGGIO

IN HER SHOES

Oggi, sabato 2 ottobre, presso il Teatro-Padiglione A, è avvenuta la prima proiezione del cortometraggio In Her Shoes. Concepito e realizzato dal genio di Maria Iovine, In Her Shoes offre uno sguardo ad un multiverso parallelo che si fa teatro di una società diametralmente opposta alla nostra per organizzazione, modelli e battaglie; il tutto partendo dalla domanda: “Come avrebbero reagito gli uomini al posto di noi donne?”

Regista e montatrice cinematografica, Iovine non è nuova a trattare tematiche di sensibilizzazione
riguardo alla parità di genere e alla forza della donna: ad oggi, sta per esempio lavorando ad un lungometraggio, A corpo a corpo, su Veronica Yoko Plebani, bronzo paralimpico di triathlon a Tokyo 2020.

Foto di Alan Passarella

Tornando a In Her Shoes, intento del cortometraggio è smontare gli stereotipi sulla figura femminile, che
per troppo tempo hanno soffocato le ambizioni della donna nel nostro Paese; tale obiettivo si concretizza
immaginando la storia di Domenico, padre di famiglia, che racconta alla figlia Sabrina quanto vissuto in
prima persona, in tempi passati, in cui gli uomini sono destinati all’espletamento delle mansioni
domestiche, nutriti dalla speranza di essere, un domani, tanto affermati quanto le donne, che rivestono
ruoli dirigenziali.


Costretto, dunque, a trascorrere la più parte del giorno entro le angustianti mura domestiche, Domenico
lentamente si logora, le sue ambizioni vengono meno: il suo unico motivo di vita è l’attesa dell’arrivo della
moglie a casa, la sera; egli prova a convincersi che questa sia la vita adatta a lui, così come per secoli questa era stata la vita di tutti gli uomini. Ma un tale tentativo di autoconvincimento fallisce, finendo per rafforzare
in Domenico l’idea che non è questa la vita che desidererebbe condurre.

Foto di Gaia Zampiroli

Poi, la svolta: stimolato dal clima di particolare fermento sociale, Domenico capisce che un’alternativa è possibile: che cambiare si può, pur con la consapevolezza che questa scelta comporti sofferenza e solitudine, anche e soprattutto in ambito familiare. Solo così, all’alba del diciottesimo compleanno di Sabrina, alla quale si era rivolto durante tutto il toccante monologo, Domenico potrà dirsi certo che la figlia sia cresciuta, cresca e continui a crescere guidata dai princìpi di parità ed uguaglianza.

Di Chiara Vigna, Alan Passarella, Marco Cappato